Objets Nomades

Nel 2015 la casa di moda Louis Vuitton chiese a Sice Previt di curare lo sviluppo di alcuni prototipi per la sua piccola ma crescente collezione di oggetti di design portatili, gli “Objets nomades”, che quell’anno debuttava per la prima volta al Fuorisalone di Milano. 

Inaugurata a Miami nel 2012 col desiderio di estendere anche al mondo del design lo stile della casa di moda – da sempre ispirato al tema del viaggio, fin dall’iconico baule Trianon, piatto e rinforzato sugli spigoli, disegnato dal giovane Louis Vuitton nel 1855 e poi divenuto iconico – questa collezione si accresce ogni anno con una nuova serie di oggetti concepiti da designer di fama internazionale.

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Il concept degli oggetti “nomadi” vuole rendere onore alle radici del marchio, che nasce nell’ambito della valigeria in un’epoca dove l’abitudine di viaggiare stava prendendo, soprattutto nelle classi abbienti, un’ampiezza prima sconosciuta. In particolare il viaggio in regioni remote, dalla Siberia a tutto il Mediterraneo per turismo, ma anche in territori ancora semisconosciuti agli Europei in Africa, America e Oriente. L’ispirazione iniziale della collezione è il celebre “bed trunk” messo a punto da Louis Vuitton nel 1899 per l’esploratore e diplomatico Pietro Savorgnan di Brazzà: un baule, decorato con il celebre monogramma, che una volta aperto si trasforma in una confortevole brandina pieghevole. Utile per creare velocemente un giaciglio notturno dovunque ci si trovi, il bed trunk è il simbolo di viaggi all’insegna dell’avventura e dell’esplorazione e rappresenta l’oggetto nomade – portatile, versatile, solido – per eccellenza.

Gli oggetti nomadi si configurano quindi come omaggio all’immaginario ottocentesco del viaggio, oltre a costituire un progetto che mira – secondo le parole della direttrice creativa Nathalie Fremon – a “far evolvere quel savoir-faireartigianale alla radice del celebre marchio e “trasportarlo nel design contemporaneo”. In questo senso l’idea dell’esplorazione di territori sconosciuti, del pionierismo, assume anche un senso più metaforico, omaggiando lo spirito innovatore che da sempre caratterizza il marchio. Con l’iniziativa del 2012 la Maison si riconnette alle sue radici nell’artigianato di alta gamma spaziando oltre il settore della moda dove si è in seguito specializzata: la tradizione creativa del marchio Louis Vuitton si unisce così alla creatività di designer di fama internazionale che, in questo modo, sono supportati nell’affrontare percorsi sperimentali altrimenti difficilmente praticabili. L’incontro tra designer e artigiani è il fulcro di questo viaggio, che ha portato “lo stile fuori casa, ma anche il viaggio dentro casa”. Se i primi anni del progetto hanno infatti focalizzato su oggetti trasportabili e pieghevoli, successivamente il carattere nomade si è fatto anche più metaforico, con la produzione di arredi per interni e ambienti casalinghi che, però, rimandano alla dimensione del viaggio.

Nel 2015 la realizzazione di gran parte degli oggetti immaginati dai designer scelti per quell’edizione fu affidata a Sice Previt, ormai noto alla Maison come produttore fidato e capace di oggetti di altissima qualità artigiana. Per gli Objets Nomades si trattava tra l’altro di un anno speciale, di consacrazione: era il loro debutto al Fuorisalone di Milano, grande appuntamento del design europeo, dove colpirono per il loro design ardito e originale, meno classico rispetto all’abituale stile della casa di moda.

Falegnami, decoratori, operai e architetti Sice Previt, dal canto loro, si trovarono a dover produrre mobili molto diversi rispetto al solito: non solide strutture espositive, vetrine, pareti o controsoffitti, ma oggetti leggeri e portatili come il lettino pieghevole “Ernest” e la lampada portatile a soffietto “Miller” di Gwenaël Nicolas, la piccola sedia pieghevole “Concertina” disegnata da Raw Edges, il “Valet” di Damien Langlois-Meurinne  (una sorta di porta-oggetti verticale, modulare e personalizzabile). Realizzare questi oggetti di design è stato un lavoro insolito per Sice Previt, ma per questo profondamente stimolante, cha ha coinvolto tanto i progettisti – per la definizione del progetto di dettaglio e l’ingegnerizzazione dei design di partenza – quanto i falegnami e gli operaiper la realizzazione. Ancora più rispetto al solito, la sfida stava nel produrre oggetti di alta qualità artigianale e aspetto estetico impeccabile, mantenendosi fedeli al disegno e al contempo assicurando la solidità degli oggetti. Compito non banale vista l’arditezza dei progetti, ricercati nelle forme e ambiziosi dal punto di vista strutturale, nel concepire mobili pieghevoli ma anche funzionali e resistenti.

Fonte di grande soddisfazione è stato vedere esposti questi oggetti di design “made in Sice Previt” durante il FuoriSalone, nella splendida cornice di Palazzo Bocconi scelta da Louis Vuitton – il cui allestimento, peraltro, era stato anch’esso curato da Sice Previt. Memorabile soprattutto il lungo corridoio rivestito con pannelli lavorati a traforo e dipinti di bianco, in un gioco di contrasti con il marmo delle pareti. Inoltre, in questa stessa occasione, nel cortile d’onore del Palazzo fu esposta per la prima volta In Italia la Maison au Bord de l’Eau, piccolo gioiello del modernismo realizzato da Sice Previt seguendo lo storico progetto di Charlotte Perriand (per approfondire vi rimandiamo alla pagina dedicata).