Nel 2014 Sice Previt ha avuto l’onore di curare l’allestimento di una piccola mostra dedicata a Giò Ponti presso l’aeroporto di Malpensa, nella cosiddetta “Porta di Milano”, originale spazio espositivo ricavato in un’area di accesso al terminal ed allestito con mostre temporanee, che funge da introduzione alla città e alla sua identità culturale.
Quella sull’architetto e designer milanese Giò Ponti (1891-1979) è stata, per la precisione, la terza mostra ospitata dalla Porta di Milano, dopo quelle dedicate agli artisti Fausto Melotti e Marino Marini. Curata da Salvatore Licitra con la collaborazione di Giò Ponti Archives, “Oggetti misteriosi” univa tre opere distinte del maestro in unico, originale allestimento che amplificava il loro carattere enigmatico valorizzando al contempo le loro risonanti qualità estetiche.
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Al centro dell’allestimento si stagliava la “Cattedrale di Los Angeles” (1967), una scultura creata in omaggio alla città, come modello di una sua immaginaria cattedrale. È realizzata con sole tre lamine d’acciaio inossidabile, modellate e combinate a comporre una figura di angelo che, tuttavia, rimanda anche alle celebri chiese “traforate” realizzate su progetto di Giò Ponti (tra le più note la concattedrale di Taranto e la chiesa di San Francesco al Fopponino a Milano). Sui lati, invece, erano posizionati gli enigmatici obelischi bianchi con cui Giò Ponti allestì la “Sala Espressioni” dello showroom di Ideal Standard a Milano nel 1966 – uno spazio da lui stesso progettato, l’anno precedente, per accogliere le installazioni temporanee di artisti e designer, secondo una brillante idea dell’azienda che metteva in dialogo arte e industria attraverso il dispositivo dell’esposizione. Infine, completavano l’allestimento studiato per la Porta di Milano i coloratissimi “Pavimenti per la redazione del Salzburger Nachrichten di Salisburgo” progettati da Giò Ponti nel 1976: una sorta di tangram composto da grandi lastre poligonali di ceramica di forma diversa e colori vivaci, assemblate a ricoprire il pavimento con un effetto dinamico e decisamente sorprendente.
Nella parole del curatore, Oggetti misteriosi combinava “tre punti speciali [dell’opera di Giò Ponti], che sembrano unire temi differenti prefigurando un percorso futuro centrato sul tema della metamorfosi: un pavimento che può essere una pittura, un angelo che può essere anche una chiesa, e tanti obelischi che contraddicono la loro tradizionale, solitaria monumentalità”. Un tema in felice assonanza con il particolare carattere della Porta di Milano, luogo di passaggio che rimanda naturalmente alle metamorfosi spesso implicate dal viaggiare.
Sice Previt ha dato un contributo significativo alla realizzazione della mostra occupandosi della parte tecnica dell’allestimento: dalla produzione delle pedane in legno verniciato nero, destinate ad ospitare le varie opere racchiudendole come su un palco, al trasporto delle opere originali e il loro posizionamento in mostra. Le officine Sice Previt, inoltre, in virtù dell’expertise acquisita nella lavorazione dell’acciaio, hanno provveduto al restauro delle lamine che compongono la “Cattedrale di Los Angeles”.
Partecipare a un’iniziativa lontana dal mondo commerciale è stato anche in questo caso un onore per Sice Previt, che spesso e volentieri mette a disposizione il suo know how nel campo dell’arredo e del restauro per supportare la valorizzazione del patrimonio culturale legato all’architettura, al design e più in generale all’arte – sia esso pubblico o privato e quindi, spesso, poco accessibile – nella speranza di contribuire ad ampliarne la fruizione.











